In Puglia, un’inquietante questione sta emergendo con sempre maggiore frequenza: la malasanità.
Questo fenomeno, che riguarda errori e negligenze nel campo sanitario, ha recentemente guadagnato l’attenzione pubblica attraverso un gesto simbolico e disperato: un cartellone pubblicitario di fronte all’edificio della Regione Puglia con la scritta “LA MALASANITA’ PUGLIESE HA UCCISO MIA MAMMA – UN FIGLIO”.
Questa forte affermazione è un grido di dolore e richiesta di giustizia, rappresentando le voci di molti che hanno perso i propri cari a causa di errori medici.
Il problema della malasanità non è una novità, ma la sua presenza in Puglia sembra essere particolarmente preoccupante.
Associazioni Codici: la Puglia al quarto posto per i decessi dovuti alla malasanità
Secondo un’analisi condotta dall’associazione Codici, la Puglia si colloca al quarto posto in Italia per quanto riguarda le denunce per decesso dovute a malasanità, con un allarmante 69% dei casi.
Queste statistiche, derivante dall’incrocio di dati ufficiali e istituzionali, mette in luce un panorama inquietante: errori medici, negligenze e carenze nel sistema sanitario che portano a conseguenze fatali.
Il fenomeno non è limitato a un’area specifica della Puglia, ma si manifesta in maniera diffusa. In risposta a questa crisi, l’associazione Codici ha lanciato la campagna “Indignamoci”, che ha lo scopo di raccogliere segnalazioni e testimonianze dei cittadini che hanno subito danni a causa della malasanità.
A Lecce, ad esempio, è stato aperto uno sportello presso la delegazione cittadina in Piazza Mazzini, dove i cittadini possono condividere le loro esperienze e cercare sostegno.
I dati raccolti dall’Osservatorio malasanità del Codici rivelano che la questione è complessa e multiforme.
Non solo si parla di decessi, ma anche di danni alla salute del paziente che vanno oltre la perdita fisica: disagio psicologico, danni economici e sociali elevati. I risarcimenti liquidati per malasanità oscillano da 850 milioni a 1,4 miliardi all’anno, un dato che testimonia l’ampiezza e la gravità del problema.
Non solo errori medici, ma anche difficoltà di accesso alle cure non a pagamento
Ma la malasanità non riguarda solo gli errori commessi dai medici o le carenze strutturali degli ospedali.
Una parte del problema risiede anche nel fenomeno dell’intramoenia, dove i medici offrono cure private all’interno delle strutture pubbliche, a volte con costi proibitivi per i pazienti. Questo ha portato a una crescente sfiducia nei confronti del servizio sanitario pubblico, con molti cittadini che si rivolgono al settore privato per le cure. Secondo i dati dell’OCSE, circa 12 milioni di italiani hanno scelto di migrare dal servizio pubblico a quello privato.
Un impegno congiunto per riuscire a contrastare la malasanità
Questa situazione pone domande cruciali: quali sono le cause profonde di questa crisi sanitaria in Puglia? Quali meccanismi sono in gioco e come possono essere affrontati per garantire a tutti i cittadini un accesso equo e sicuro alle cure mediche?
La richiesta di giustizia e trasparenza, espressa attraverso il cartellone a Bari, riflette la disperazione e la rabbia di molti cittadini che si sentono abbandonati da un sistema che dovrebbe proteggerli.
La campagna di Codici è solo un primo passo verso il riconoscimento e la risoluzione di questo grave problema.
È necessario un impegno congiunto da parte delle istituzioni, del personale medico-sanitario e dei cittadini per creare un sistema sanitario più sicuro, responsabile e trasparente.
La domanda posta dal figlio sul cartellone pubblicitario non è solo un grido personale, ma simboleggia la richiesta di risposte e azioni concrete da parte di tutta la comunità pugliese.
La malasanità in Puglia non è solo un problema locale, ma riflette questioni più ampie riguardanti la gestione della sanità in Italia.
È un campanello d’allarme che richiede un’attenzione immediata e una risposta decisa. La storia di chi ha perso un caro a causa della malasanità non deve essere ignorata, ma deve diventare un catalizzatore per un cambiamento positivo e duraturo nel sistema sanitario pugliese e italiano.