Gli italiani sono un popolo eccezionale, fantasia, genio, inventiva e creatività lo contraddistingue, molti italiani sono a capo di grandi progetti in ogni campo in tutto il mondo e molte aziende sono leader mondiali nel loro settore ma abbiamo anche un difetto: se non veniamo obbligati a certi comportamenti civili non vi provvediamo e un esempio eclatante è la raccolta differenziata.

Il riciclo permette di risparmiare parecchio sulla gestione dei rifiuti, soldi pubblici che potrebbero essere spesi per migliorare i servizi, per far vivere meglio tutti e invece c’è ancora troppa resistenza, un menefreghismo intollerabile su questo. Se guardiamo all’estero vediamo una coscienza ecologica decisamente superiore a quella che è in Italia; anche all’estero sono previste sanzioni per chi non rispetta le norme di raccolta differenziata ma raramente esiste la condizione per applicarle mentre in Italia le occasioni di applicare multe ce ne sarebbero tante, purtroppo ma come spesso accade, le sanzioni previste non vengono applicate, manca un controllo che porta all’inutilità di prevedere sanzioni se non c’è chi verifica.

Secondo dati dell’Ispra, in media ogni italiano produce 500 Kg di immondizia ogni anno per un totale nazionale di 30 milioni di tonnellate all’anno da gestire; soprattutto nelle grandi città si notano grandi sforzi per incrementare la raccolta differenziata, arrivando anche alla raccolta porta a porta ma analizzando le 20 Province più virtuose da questo punto di vista si nota che queste, con almeno il 65% di differenziata, sono concentrate soprattutto al Nord Italia, 15 nel Nord e solo 5 nel Sud; 6 di queste province sono in Veneto, 3 in Lombardia, 2 in Piemonte, altrettante in Friuli Venezia Giulia e una ciascuna in Trentino ed Emilia Romagna. In Centro Italia ce n’è solo una nelle Marche e nel sud 3 sono in Sardegna e 1 in Campania. Perché queste enormi e preoccupanti differenze? Ci si può legittimamente domandare se il problema del mancato rispetto è un fatto organizzativo della raccolta rifiuti oppure se si tratta, speriamo di no, di una questione di civiltà e di senso civico degli abitanti. Chiaro che c’è una forte esigenza di migliorare la situazione

Fare la raccolta differenziata

Capita spesso che pur con la buona volontà le persone sbaglino nel conferimento dell’immondizia, mettendo in buona fede materiale nei bidoni sbagliati, non c’è ancora una sufficiente informazione. Ovviamente la plastica non va buttata nel bidone del vetro, quindi se butti del vetro, prima lo devi togliere dalla borsina di plastica; un errore molto frequente riguarda la raccolta della carta. Non deve essere gettata nel bidone della carta  quella, ad esempio del salumiere, accoppiata ad un film plastico e nemmeno fazzoletti di carta e tovaglioli e anche gli scontrini fiscali, tutte cose che si trovano quasi sempre nel bidone della carta e che, invece, va buttata nell’indifferenziata, così come i cartoni della pizza. I contenitori del latte ed altri simili che sono accoppiati con strati interni in altro materiale, hanno destinazioni diverse a seconda delle città: in alcune vanno nel bidone della carta, in altre no, occorre informarsi localmente.

Nei contenitori della plastica vanno gettati essenzialmente gli imballaggi di tale materiale, non devono essere gettati nella plastica spazzolini, rasoi, giocattoli, pennarelli, polistirolo che invece si trovano comunemente in questi contenitori. Tutto questo va gettato nell’indifferenziata. Analogamente per il vetro non si devono buttare i neon, la ceramica, gli specchi, i tubi catodici di TV e Monitor, le lampadine in generale. I rifiuti ingombranti vanno conferiti al centro di raccolta oppure, se impossibilitati, quasi tutti i Comuni organizzano un servizio di raccolta a domicilio di ingombranti ed elettrodomestici. A questo proposito occorre puntualizzare che chi vende elettrodomestici ha l’obbligo di ritiro dell’usato, in ragione di un pezzo per ciascun identico venduto.